Come imparare a suonare il piano – Guida per principianti
Vorresti imparare a suonare uno strumento? Hai sempre sognato di saper suonare il piano? Il pianoforte è uno strumento affascinate a cui è difficile resistere e oggi saperlo suonare anche solo a livello base, permette di utilizzare anche un sintetizzatore, strumento immancabile per chi si dedica alle produzioni pop ed elettroniche.
Sommario
Scelta dello strumento
Per iniziare occorre ovviamente un pianoforte. Fortunatamente oggi esistono delle alternative molto valide a prezzi più bassi rispetto a quelli di un vero pianoforte.
Un pianoforte digitale ha l’aspetto di una tastiera elettronica, ma presenta tutte le caratteristiche di un pianoforte: tasti pesati, possibilità di attaccare pedali, … Esso è quindi molto in voga tra gli studenti di pianoforte che per motivi economici o di spazio non possono acquistarne uno reale.
Il pianoforte digitale non presenta mai meno di 76 tasti e non offre funzioni particolari come la scelta di diversi suoni: sono disponibili in genere solo il suono del piano e dell’organo.
Un’altra alternativa al pianoforte tradizionale è la tastiera MIDI. Ne esistono di diverse misure e tipologie, è meglio optare per un modello con i tasti pesati, in modo da poter avere più dinamica.
Le tastiere MIDI funzionano solo tramite collegamento a un programma dedicato da installare sul proprio computer: non collegate non emettono alcun suono e non hanno degli altoparlanti incorporati.
In compenso è possibile utilizzarle con diversi suoni selezionabili dal programma utilizzato sia in tempo reale che a posteriori: le note e gli accordi che suoni vengono registrati come dati e non come audio, quindi potrai in seguito cambiare il suono o modificare la lunghezza delle note e compiere un sacco di altre azioni.
Questo tipo di tastiera è l’ideale per chi vuole imparare a suonare il pianoforte per utilizzarlo per costruire tracce MIDI.
I sintetizzatori sono invece utilizzati principalmente per creare dei suoni personalizzati tramite vari pulsanti e manopole.
E’ possibile anche scegliere vari suoni interni.
Ci sono poi le classiche tastiere elettroniche, che permettono di avviare accompagnamenti pre impostati e di selezionare numerosi stili e suoni.
Qualunque strumento tu decida di acquistare, assicurati che abbia un discreto numero di ottave e che sia polifonico: alcune tastiere elettroniche non permettono di suonare contemporaneamente più tasti e con esse non sarebbe quindi possibile eseguire degli accordi.
Ora che hai trovato consigli per lo strumento più adatto alle tue esigenze, impariamo a suonarlo!
Teoria musicale di base
Lo studio del pianoforte richiede un mix di conoscenza della musica e di movimento fisico; per questo dovremo dedicare del tempo anche alla teoria della musica oltre che alle esercitazioni pratiche.
Le note
Il prima aspetto teorico da considerare sono le note corrispondenti a ogni tasto.
I tasti “neri” vengono nominati diesis (indicati da questo simbolo #) o bemolle (indicati da un simbolo simbolo simile a una “b”).
Tra il DO e il RE troviamo quindi il DO# o REb, tra il RE e il MI abbiamo il RE# o il Mib, tra il FA e il SOL c’è il FA# o SOLb, tra il SOL e il LA il SOL# o LAb, tra il LA e il SI abbiamo infine il LA# o Sib.
Perché si possono chiamare in due modi diversi?
In realtà c’è differenza tra un DO# e un REb, ma è così sottile che è quasi impercettibile. Per questo motivo esiste un solo tasto che li indica entrambi.
Altri strumenti, come il violino, vengono accordati invece tenendo presenti le differenze tra un DO# e un REb, anche se la differenza viene percepita solo da orecchie molto fini.
Quando utilizzare la dicitura DO# e quando REb?
Sebbene il tasto indicato dalle due denominazioni sia il medesimo, si utilizza il # quando si sale e il bemolle quando si scende. Esistono altri motivi per cui per cui convenzionalmente si utilizza il diesis anziché il bemolle e viceversa, ma le vedremo in seguito.
Se parto dal DO e vado verso il SI, premendo tutti i tasti, dirò “DO, DO#, RE, RE#, etc. Al contrario userò i bemolle, quindi partendo dal SI e “scendendo” dirò “SI, SIb, LA, LAb, etc.
Avrai notato che tra il MI e il Fa non c’è alcun tasto nero. Cosa significa?
Significa che tra il MI e il FA c’è l’intervallo di un semitono. Tra ogni tasto, nero o bianco che sia, abbiamo quindi un semitono.
La scala maggiore
Quando esegui la scala di DO maggiore, suoni dei tasti che tra loro hanno diversi intervalli, a volte di un tono e a volte di un semitono.
Tra il Do e il RE c’è un tono.
Tra il RE e il MI c’è un tono.
Tra il MI e il FA c’è un semitono.
Tra il FA e il SOL c’è un tono.
Tra il SOL e il LA c’è un tono.
Tra il LA e il SI c’è un tono.
Tra il SI e il DO c’è un semitono.
La scala maggiore di DO è quindi così composta:
Tono Tono Semitono Tono Tono Tono Semitono.
La buona notizia è che tutte la scale maggiori sono composte nello stesso modo. Vuoi suonare la scala maggiore di RE?
Prendi la tastiera e premi il RE, aggiungi un tono e premi il Fa#, aggiungi un semitono e trovi il SOL, aggiungi un tono e c’è il LA, ancora un tono e siamo sul SI, poi un ulteriore tono e c’è Do#, infine un semitono e troviamo di nuovo un RE.
Ovviamente quando si scende si esegue il procedimento inverso:
Semitono Tono Tono Tono Semitono Tono Tono
La regola è semplice, all’inizio dovrai chiaramente prenderci la mano. E’ un po’ come imparare la matematica: all’inizio usi il pallottoliere o fai dei disegni, dopo un po’ saprai automaticamente che 2+2 fa 4.
La scala minore naturale
Come per la scala maggiore, anche quella minore ha una semplice regola. Gli intervalli tra una nota e l’altra sono in questo caso:
Tono Semitono Tono Tono Semitono Tono Tono.
Nella discesa il procedimento è il medesimo, ovviamente utilizzando gli intervalli leggendoli al contrario:
Tono Tono Semitono Tono Tono Semitono Tono.
Altre scale
Esistono numerosi altri tipi di scale. I due che abbiamo visto sono i principali, ma in futuro potresti espandere le tue conoscenze studiando anche la scala araba, quella blues, quella orientale, …
Le relative maggiori e minori
Ogni scala, maggiore o minore, mostrerà la presenza di eventuali alterazioni, ovvero diesis e bemolle.
La scala maggiore di DO non presenta alcuna alterazione: per dirla in parole povere si premono solo tasti bianchi, mentre quelli neri (che sulla tastiera indicano appunto i diesis e i bemolle) non vengono toccati.
Esiste anche una scala minore in cui non vi sono alterazioni, ed è la scala di LA minore.
Ogni scala maggiore ha una propria relativa minore, ovvero la scala minore che presenta le medesime alterazioni.
Come puoi vedere la scala di DO maggiore (rosso) non ha alterazioni e nemmeno quella di LA minore (verde).
Qual è la relativa minore di Do maggiore? La minore!
Qual è la relativa maggiore di LA minore? Do maggiore!
Facciamo un altro esempio con un’altra scala semplice, che presenta solo un’alterazione, ovvero quella di SOL maggiore.
Ricordiamo la costruzione della scala maggiore: T T s T T T s.
Guarda la tastiera e parti dal SOL.
Ti ritroverai a suonare SOL LA SI DO RE MI FA# SOL.
La relativa minore di SOL maggiore è MI minore e suonandola noterai che anche qui l’unica alterazione presente è il FA#.
Ricordiamo la costruzione della scala minore: T s T T s T T.
Guarda la tastiera e parti dal MI.
Ti ritroverai a suonare MI FA# SOL LA SI DO RE MI.
Le ottave
Abbiamo visto gli intervalli di toni e semitoni per la costruzione delle scale maggiori e minori. Ora vediamo cosa sono le ottave.
Per capire semplicemente cos’è un’ottava, suona una scala maggiore di DO. Inizia da un Do e termini sempre con un DO, ma i due DO non sono uguali, uno è di tonalità più “alta”.
In questo caso si parla di ottave: il secondo DO che suoni nella scala è l’ottava alta del primo.
Gli accordi
Un accordo è l’insieme di 3 o più “note” suonate contemporaneamente.
Iniziamo con degli accordi semplici, composti da 3 note e chiamati “triadi”. Vediamo l’accordo di DO maggiore e di DO minore.
Ricordi la scala maggiore e la scala minore che abbiamo visto prima?
Per costruire una triade maggiore si prende la prima nota (tonica) e si prosegue con un intervallo di due toni e con uno di un tono e mezzo.
La prima nota dell’accordo sarà il DO.
La seconda nota sarà il MI.
La terza nota sarà il SOL.
Il MI in questo caso viene chiamato anche “terza” e il SOL “quinta”, in quanto esse sono la terza e la quinta nota suonate nella scala di DO maggiore.
Premi questi tre tasti contemporaneamente e starai suonando l’accordo di DO maggiore!
Per fare invece la triade di DO minore si svolge lo stesso procedimento, considerando però che tra il DO e la terza nota della scala minore c’è un intervallo di un tono e mezzo, mentre tra la terza nota e la quinta ci sono due toni e mezzo.
Puoi partire dal Do e aggiungere un tono e mezzo, ottenendo il MIb e proseguire aggiungendo due toni e mezzo al MIb, ottenendo il SOL.
Vediamo l’altro procedimento dai medesimi risultati.
Riprendiamo la scala di DO minore. Abbiamo detto che una scala minore naturale ha i seguenti intervalli:
Tono Semitono Tono Tono Semitono Tono Tono.
Partiamo dal DO e applichiamoli.
DO RE MIb FA SOL LAb SIb DO
Prendi la tonica, la terza nota e la quinta = DO, MIb, SOL.
Altri accordi
Esistono altre tipologie di accordi più complesse, ma per il livello base anche solo gli accordi maggiori e minori possono essere sufficienti per iniziare.
Posizione allo strumento
Ora che hai capito come formare gli accordi di base, vediamo come eseguirli correttamente sul pianoforte.
Mantenere una postura corretta è fondamentale per suonare in modo pratico e non avere fastidiosi dolori alla schiena.
Siediti sul sellino, occupandolo solo da metà in avanti. La distanza ideale è di 30 centimetri tra il bacino e la tastiera.
La schiena deve essere mantenuta dritta quanto più possibile.
Collo e spalle devono rimanere rilassati.
Allunga le mani sulla tastiera: il polso deve trovarsi alla stessa altezza dell’avambraccio.
Lo sgabello deve essere regolato in modo che l’avambraccio e il braccio siano tra loro a 90°.
I piedi devono toccare terra e i sedili mobili vanno assolutamente evitati.
Le dita devono essere tenute leggermente. Inizia ad eseguire con una sola mano le note MI – FA# – SOL# – LA# – DO.
Con la sinistra toccherai il MI con il mignolo e il DO con il pollice, quando lo farai con la destra sarà il contrario.
Scegli una canzone di musica leggera che ti piace e che contenga pochi e semplici accordi: ci sono brani di successo che utilizzano solo tre accordi!
Puoi suonare gli stessi accordi simultaneamente sia con la mano destra che con la sinistra, su ottave differenti.
In alcuni casi può essere richiesto di suonare accordi differenti con la mano sinistra e con la destra, ma a livello base possiamo accontentarci delle due alternative precedentemente indicate.
Con queste piccole nozioni, puoi già suonare in modo semplice una canzone pop, magari una facile con tre o quattro accordi.
In questo caso troverai il testo della canzone e l’accordo da suonare posto sul punto del testo in cui esso va suonato.
Comprendere uno spartito
Il Do centrale
Come abbiamo visto i tasti corrispondenti a ogni nota sono molteplici e ripetuti su ottave differenti.
Per questo motivo la tastiera è divisa in più sezioni, denominate C1, C2, C3, e via dicendo. La lettera C è usata in quanto indica il DO nella lingua inglese e in quella tedesca.
Indicato con il pallino blu troviamo il Do Centrale, che ci aiuta a individuare l’area della tastiera riconducibile alle note sul pentagramma nella chiave di violino.
Gli spartiti
Come si legge uno spartito? Vediamolo subito in modo semplice.
Impariamo innanzitutto a leggere le note sul pentagramma.
Qui troviamo la scala maggiore di DO su pentagramma. Le note che si leggono su un pentagramma che riporta la chiave di SOL (o di violino) vanno eseguite in corrispondenza del Do centrale, ovvero in C4.
Accanto alla chiave possiamo trovare un “8” che la precede o la segue: in questo caso significa che il pezzo va eseguito su un’ottava maggiore (se l’8 è dopo la chiave) o su un’ottava minore (se l’8 è prima della chiave).
Un pentagramma è composto da cinque righe, quindi è impossibile indicarvi tutte le note nelle diverse ottave.
Per questo gli spartiti per pianoforte presentano spesso due linee di pentagramma, una in chiave di SOL (che indica generalmente ciò che bisogna suonare con la mano destra) e una in chiave di FA (o chiave di basso, che indica generalmente ciò che bisogna suonare con la mano sinistra).
Guarda l’immagine: la parentesi graffa serve a unire gruppi di pentagrammi che vanno suonati insieme.
Velocità
Prima di arrivare al pentagramma, ogni spartito presenta il titolo, gli autori e la velocità del brano. La velocità può essere espressa in bpm (battiti per minuto) o tramite una specifica dicitura, detta “Andamento”:
Largo 40-60 bpm
Larghetto 60-66 bpm
Adagio 66-76 bpm
Andante 76-108 bpm
Moderato 108-120 bpm
Allegro 120-168 dpm
Presto 168-208 bpm
Prestissimo 200-208 bpm
I valori di durata
Per quanto tempo devo tenere premuta una nota? Quanto tempo devo aspettare tra suonare una nota e quella seguente?
Abbiamo visto come ogni nota venga scritta sul pentagramma: in base a dove viene disegnata essa sarà un DO o un La…
- Durata delle note
Per terminarne la durata si utilizzano dei particolari simboli:
Nota vuota (bianca) e senza stanghetta = semibreve, 4/4
Nota vuota (bianca) con stanghetta = minima 2/4
Nota piena (nera) con stanghetta = semiminima 1/4
Nota piena (nera) con stanghetta e “codino” = croma 1/8
Nota piena (nera) con stanghetta e “codino” = semicroma 1/16
Nota piena (nera) con stanghetta e “codino” = biscroma 1/32
Nota piena (nera) con stanghetta e “codino” = semibiscroma 1/64
- Durata delle pause
Esistono anche dei simboli che indicano le pause:
Il primo simbolo indica la pausa di 4/4 = semibreve
Il secondo simbolo indica la pausa di 2/4 = minima
Il terzo simbolo indica la pausa di 1/4 = semiminima
Il quarto simbolo indica la pausa di 1/8 = croma
Il quinto simbolo indica la pausa di 1/16 = semicroma
Il sesto simbolo indica la pausa di 1/32 = biscroma
Il settimo simbolo indica la pausa di 1/64 = semibiscroma
- Altri simboli
Ci sono poi dei simboli aggiuntivi che possono modificare la durata della nota.
- Il punto di valore
Il punto significa che la nota dura la sua durata + metà della sua durata.
Esso si chiama punto di valore e si trova dopo la nota.
In questo caso abbiamo una semiminima, che dura 1/4. La “metà” di 1/4 è 1/8, quindi la nota durerà 1/4 + 1/8.
Il punto è applicabile anche alle pause.
- La legatura di valore
Questa linea arcuata serve ad “unire” la durata di tutte le note al suo interno, che devono essere la stessa nota e sulla stessa linea (o spazio), ma che possono avere durate diverse. In questo caso (immagine) avremo 1/4 della prima nota, 1/4 della seconda nota + 1/8 del punto.
- La corona
La corona dà libertà all’esecutore di aumentare la durata a piacere. Generalmente si trova alla fine del brano.
Subito dopo la chiave, all’inizio dello spartito, troviamo una “frazione”: essa indica quante “pulsazioni” e di quale durata devono trovarsi in ogni battuta.
Altro
Quando vi è un susseguirsi di note con “il codino”, esse vengono unite.
Parliamo quindi di croma, semicroma, biscroma, semicroma:
Vediamo quindi nell’immagine un esempio in caso di croma e uno in caso di semicroma.
Alterazioni in chiave
Abbiamo già visto in precedenza il diesis e il bemolle. Se lo spartito è nella tonalità di DO maggiore, non avremo alterazioni, quindi dopo la chiave, non ci saranno segnati diesis o bemolle.
Se dovesse essere necessario suonare occasionalmente dei diesis o dei bemolle, essi saranno indicati dopo la nota con il loro apposito simbolo.
Se ad esempio ci dovesse essere sempre il FA#, esso viene segnalato dopo la chiave, in modo da non doverlo indicare ogni volta che compare un FA.
In questo caso tutti i FA saranno diesis.
Altri simboli che possiamo trovare sono il bequadro, il doppio diesis e il doppio bemolle.
Il bequadro annulla le alterazioni. Nel caso del FA# in chiave, suoneremo tutti i FA con l’alterazione, quindi tutti i FA che troveremo saranno diesis.
Se è previsto in un determinato punto di suonare invece un FA “normale”, esso verrà segnalato con il bequadro posto prima della nota:
Esistono anche doppi diesis, doppi bemolle e anche il doppio be quadro, ma non li vedremo nel livello base.
Le battute
Ogni battuta ha una durata, che è indicata con la “frazione” indicata all’inizio dello spartito subito dopo la chiave.
In questo caso significa che ogni battuta ci sono 2 battiti, mentre il 4 indica la durata di ogni tempo.
Le varie battute sono divise l’una dall’altra da una “stanghetta” verticale.
In un brano in 2/4, ogni battuta dovrà contenere una “somma” della durata delle varie note pari a 2 (numeratore). Esse andranno eseguite in un “tempo” pari a 4.
Facciamo un esempio con un brano in 4/4:
Contiamo la durata delle note che troviamo nella prima battuta:
1/8 + 1/4 + 1/4 + 1/4 + 1/8 = 4/4
Proviamo anche con la seconda:
1/4 + pausa di 1/4 + pausa di 2/4 = 4/4
Andiamo con la terza:
pausa di 2/4 + pausa di [1/8+1/16] (c’è il punto che aumenta la durata della metà) + 1/16 + [1/8+1/16] (c’è il punto che aumenta la durata della metà) + 1/16.
Riassumiamo: 2/4 + 1/8 + 1/16 + 1/16 +1/8 + 1/16 + 1/16 = 4/4.
E se ho bisogno che una nota inizi in una battuta ma prosegua nella successiva? In questo caso puoi vedere nell’immagine la legatura di valore di cui abbiamo parlato in precedenza, che lega l’ultima nota della terza battuta alla prima della quarta: il LA da 1/16 prosegue per 1/8+1/16, quindi si dovrà suonare in totale un LA della durata di 1/4.
Abbiamo detto che ogni battuta viene “delineata” da una stanghetta verticale: due stanghette verticali vicine indicano la fine di una parte importante del brano, mentre una linea sottile, seguita da una spessa, indica che il brano è terminato.
Ci sono altri simboli:
Quando arrivi al secondo simbolo devi ripetere tutto ciò che è compreso tra i due simboli. Se trovi solo il secondo, vuol dire che devi ripetere dall’inizio.
In questo caso invece (nello spartito sarà tutto di un colore, è stato indicato in rosso per renderlo più visibile nell’immagine di esempio), quando arrivi al simbolo che ti dice di ripetere, quando arrivi al punto 1 devi saltare le battute da esso racchiuse e passare al punto 2.
Altri simboli
Devo suonare piano o con molta intensità? Per indicarti ciò, esistono delle sigle:
p=piano
f=forte
mp=mezzo piano
mf=mezzo forte
pp=pianissimo
ppp=piano pianissimo
ff=fortissimo
fff=forte fortissimo
Troviamo anche una “virgola” posta sopra il pentagramma, che indica quando va presa una pausa di respiro.
Altri simboli sono gli accenti: “>” che sono posti sopra le note. Possono essere di 2 dimensioni:
– grande indica un accento forte
– piccolo indica un accento medio forte
Ci sono anche dei simboli che indicano il crescendo o che richiedono una diminuzione progressiva di intensità:
Per ora abbiamo visto tutti i simboli principali, ovviamente ce ne sono degli altri, ma per i primi spartiti dovrebbe essere sufficiente ciò che abbiamo visto fino ad ora.
Potresti trovare un simbolo simile a una “C” all’inizio del brano: esso significa semplicemente che il brano va svolto a tempo normale, mentre una “C” sbarrata richiede che venga eseguito a mezzo tempo.
Pratica
Ora che hai tutte le nozioni di base, non ti resta che fare un po’ di pratica.
Ricorda tutte le indicazioni per una postura corretta e inizia a fare esercizi semplici sia con la mano destra che con la sinistra.
La diteggiatura
In circolazione puoi trovare degli spartiti che indicano, con un numero posto sopra ogni nota, con quale dito la devi suonare. Questi spartiti sono davvero utili a chi si avvicina allo strumento per la prima volta!
In questo caso le dita vengono numerate da 1 a 5: il pollice corrisponde a 1, l’indice al 2, il medio al 3, l’anulare al 4 e il mignolo al 5.
Un primo esercizio potrebbe essere quello di suonare le note DO – RE – MI – FA – SOL, prima solo con la mano destra e poi solo con la sinistra.
In questo caso la diteggiatura, ovvero le dita da usare per ogni nota, risulta semplice:
– mano destra 1 – 2 – 3 – 4 – 5 / DO – RE – MI – FA – SOL
– mano sinistra 5 – 4 – 3 – 2 – 1 / DO – RE – MI – FA – SOL
Troverai molti esercizi anche online, cerca però di eseguire solo quelli adatti all tuo livello.
Passa poi a dei semplici accordi, magari di qualche canzone popolare che puoi canticchiare mentre ti accompagni.
Inizia suonando gli accordi sia con la mano destra che con la sinistra nelle rispettive “zone” della tastiera, poi esercitati con la destra a suonare solo la melodia della canzone e infine, quando ti senti pronto, prova a suonare con entrambe le mani contemporaneamente: con la sinistra gli accordi e con la destra la melodia.
Saper leggere uno spartito ti permette di suonare anche brani mai sentiti prima, ma con i semplici accordi, come quelli che si trovano sui canzonieri o online, puoi suonare canzoni che conosci già.
Procedi a piccoli passi, aggiungi un metronomo (alcune tastiere ne hanno uno interno) e segui il tempo.
Devi avere pazienza ed essere costante, ma vedrai che con il tempo diventerà tutto più naturale.
Esercita bene le dita, suona scale e intervalli, abitua il tuo corpo e i tuoi muscoli alla manualità richiesta dallo strumento.
Impara a individuare a prima vista la corrispondenza tra tasto e nota e tra tasti e accordi.
I rivolti
Cosa sono? Un grande aiuto! Immagina di dover suonare l’accordo di DO maggiore seguito da quello di LA minore:
Ripassiamo questi accordi:
DO – MI – SOL = DO maggiore
LA – DO – MI = LA minore
Poni le dita sulla tastiera e suonali.
Noterai che tutta la mano si sposta.
Ora guarda l’immagine:
I pallini blu indicano i tasti premuti per realizzare il DO maggiore, i rossi quelli per il LA minore.
Tutti e due gli accordi hanno in comune il DO e il MI, quindi … Perché spostare tutta la mano? Possiamo premere due volte con le stesse dita i tasti DO e MI, suonando il sol (pallino verde) dell’ottava bassa.
In questo modo sarà necessario spostare un solo dito anziché tutta la mano!
Fai qualche prova con i tuoi primi brani e cerca di usare i rivolti, individuando le soluzioni più “pratiche”.
Esercizi integrati
Alcune tastiere propongono degli esercizi che possono rivelarsi molto utili! Se hai deciso di acquistare una tastiera, valuta quindi se sceglierne una con queste funzioni.
Seguire un corso
E’ meglio seguire un corso?
Sicuramente una presenza fisica accanto a te potrà controllare la tua postura e risolvere in tempo reale tutti i tuoi dubbi.
Esistono video corsi a pagamento o gratuiti, insegnanti privati o scuole di musica per amatori: non ti sarà difficile trovare la soluzione migliore in base alle tue possibilità economiche e alla tua disponibilità di tempo.
Video corso, insegnante o scuola, l’importante è che trovi l’insegnante giusto, che non significa bravo o meno bravo, ma quello il cui metodo di insegnamento risulti adatto a te.
Qual è la soluzione più adatta?
Se stiamo parlando di un bambino, la soluzione migliore è probabilmente una scuola: se il corso gli piacerà potrà portarlo avanti per molti anni!
Se stai lavorando forse è meglio un insegnante privato, in modo da poter trovare una persona disponibile magari la sera dopo il tuo turno di lavoro.
Se hai una vita lavorativa molto incasinata, senza orari o giorni fissi liberi, un video corso o un libro sono probabilmente la tua unica alternativa.
Tutti sappiamo che in giovane età l’apprendimento risulta molto più semplice: per i giovani è sempre meglio scegliere un percorso completo, mentre chi ha “già una certa età” e non ambisce a diventare il nuovo Mozart o il tastierista di una band professionista, può spiegare le sue esigenze al proprio insegnante, che applicherà sicuramente un metodo diverso.
Come scegliere l’insegnante giusto?
Se ti rivolgi a una scuola, ci saranno probabilmente diversi insegnanti specializzati in generi differenti e più o meno adatti al tuo caso.
Se cerchi un insegnante privato, assicurati che sia in linea con il genere che vuoi apprendere.
Ricorda anche che possono esserci pianisti eccellenti, ma saper suonare non significa essere anche bravi a insegnare!
Devi quindi valutare in prima persona se il metodo dell’insegnate è adatto a te e al genere che vuoi imparare.
Non demoralizzarti alle prime difficoltà! Suonare il pianoforte richiede l’utilizzo di diverse aree del cervello e all’inizio potrebbe non essere così semplice mettere in pratica tutto nello stesso momento!
Devi suonare le note giuste, con le dita giuste, tenendo il tempo e svolgendo azioni diverse con la sinistra e con la destra. E non dimentichiamo i pedali…
Prendi ogni piccolo miglioramento come una vittoria e sii consapevole del fatto che non si impara a suonare uno strumento in poche ore.
Poniti dei piccoli obiettivi settimanali, ma che siano realizzabili!
Canzoni semplici e trasposizioni
Esistono moltissimi brani semplicissimi, costruiti con soli 3 o 4 accordi.
Abbiamo visto in precedenza gli accordi di DO maggiore e di LA minore, proviamo ad aggiungere il SOL e il FA maggiore.
Ecco qui gli accordi che andremo a fare e li suoneremo in quest’ordine: LA minore, SOL, DO, FA.
Applichiamo i rivolti per muovere le dita “il meno possibile”:
Se vuoi suonare anche la melodia, farai gli accordi con la mano sinistra e la melodia con la destra.
Se vuoi solo suonare gli accordi li puoi eseguire con la destra, mentre con la sinistra puoi ripeterli, o suonare solo la nota fondamentale:
– durante l’accordo di LA minore, con la sinistra premi solo il tasto corrispondente al LA.
– durante l’accordo di SOL, con la sinistra premi solo il tasto corrispondente al SOL.
– durante l’accordo di DO, con la sinistra premi solo il tasto corrispondente al DO.
– durante l’accordo di FA minore, con la sinistra premi solo il tasto corrispondente al FA.
Forse solo sentendo questo giro di accordi lo stai abbinando ad alcuni brani famosi. Ecco alcuni esempi:
All Of Me – John Legend
Faded – Alan Walker
It’s My Life – Bon Jovi
Un’altra sequenza interessante per i principianti è DO – FA – SOL – SOL, quindi addirittura solo 3 accordi! E potrai suonare:
Gianna – Rino Gaetano
La Bamba – R. Valens
Inverti due accordi e fai DO – SOL – FA – SOL e avrai:
La Canzone Del Sole – Lucio Battisti
E ancora, DO – SOL – LA minore – SOL:
Io Vagabondo – Nomadi
Qualcosa di più allegro? DO – LA minore – FA – SOL:
Sarà Perché Ti Amo – Ricchi e Poveri
Mamma Maria – Ricchi e Poveri
Oppure romantico? Stessi accordi anche per:
La Canzone Del Sole – Gino Paoli
Come vedi ci sono davvero tantissime canzoni semplici da suonare!
Ti basterà cercare le tue canzoni preferite e controllare se sono abbastanza semplici.
Alcuni siti offrono già delle tonalità modificate proprio per rendere gli accordi più semplici per i principianti. Cosa significa?
Prendiamo un esempio:
Roar – Katy Perry
Ci sono solo due accordi in questo brano! Ovvero SIb e SOL minore.
Dato che all’inizio suonare con le alterazioni potrebbe risultare difficile, è possibile “trasportare” tutto. Proviamo a fare un DO al posto del SIb …
Per fare il DO anziché il SIb ci siamo “spostati” salendo di un Tono, quindi facciamo lo stesso con il SOL minore e… Perfetto! LA minore!
Quindi potrai suonare anche questa con gli accordi che hai già studiato!
Ovviamente questi metodi sono utilizzati per i principianti, l’obiettivo è quello di arrivare a un livello in cui saprai suonare qualsiasi accordo!
Ma nel frattempo potrai esercitarti suonando le tue canzoni preferite e sarai molto più stimolato!
Procedi sempre per gradi e passa a canzoni che hanno sempre pochi e semplici accordi, ma che si presentano con sequenze diverse.
Esempio:
Let It Be – Beatles
Accordi:
Intro e strofe: DO – SOL – LA minore – FA – DO – SOL – FA – DO
Ritornello: LA minore – SOL – FA – DO – LA minore – SOL – FA – DO
Note sugli accordi
Quando cercherai gli accordi delle canzoni, li potrai trovare scritti in diversi modi:
Italiano: DO RE MI FA SOL LA SI DO
Indicazione degli accordi minori con una “m” minuscola o il simbolo del “meno”: LAm, LA-.
I simboli diesis e bemolle sono indicati con il cancelletto “#” o con una “b” minuscola: FA#, SIb.
Internazionale: in questo caso devi tenere presente che a ogni lettera corrisponde una nota.
C = DO
D = RE
E = MI
F = FA
G = SOL
A = LA
B = SI